| dal nostro sito ci e' giunta qualche tempo fa la seguente richiesta di confronto
Mi piacerebbe confrontarmi con altri operatori del settore sul tema "gettone di presenza" degli scrittori.
ecco la risposta della nostra associazione
Cara amica,
la questione dei cosiddetti 'gettoni di presenza ' agli scrittori è piuttosto delicata.
Le dico subito che nelle nostre librerie di Formia (LT) e Orvieto (TR) organizziamo incontri con gli scrittori da circa una ventina d'anni e mai a nessuno abbiamo elargito denaro.
E' chiaro che qualsiasi scrittore per spostarsi dalla propria sede e andare nelle librerie che lo invitano, in tutto lo stivale, sottrae tempo ad altre attività e per questa ragione DEVE trovare, nei luoghi in cui si reca, delle forme di gratificazione, che molto sbrigativamente, dal suo punto di vista, potrebbero tradursi in un compenso economico.
E' compito del libraio invece sottoporgli, al momento dell'invito, una serie di benefit alternative al denaro. Tali forme possono esplicitarsi in diversi modi, come ad esempio - un acquisto da parte della libreria ospitante di un certo numero di copie dei suoi libri (50-100) - la garanzia di trovare un folto pubblico ad ascoltarlo - la copertura dei costi di trasferimento (viaggio, vitto e alloggio). Com'è facile intuire, le suddette forme alternative di gratificazione variano a seconda della notorietà dello scrittore, che tenderà ad 'alzare il tiro' proporzionatamente alla sua fama.
E' chiaro viceversa, che se intende invitare uno scrittore per fargli parlare di un tema qualunque, ma senza una promozione diretta del suo libro, sarà probabilmente costretta a dargli un 'gettone'.
Ma le suddette 'regole' non sono sempre valide! Ci sono scrittori che si propongono direttamente alle librerie per presentare i loro libri, così come accade che alcuni editori, volendo lanciare adeguatamente un certo libro o un certo autore, si propongono alle librerie sobbarcandosi alcune spese inerenti l'incontro (ad esempio i costi di trasferimento dello scrittore) Quest'anno ad esempio l'Editoriale Scienza ha proposto ad alcune librerie dei laboratori gratuiti (mandando loro stessi l'animatrice), chiedendo in cambio l'acquisto di un minimo quantitativo di libri (peraltro con la possibilità di renderli dopo un certo periodo) delle loro edizioni. Inoltre per le letture animate può talvolta evitare di invitare l’autore e rivolgersi anche a qualche giovane attore locale, magari di qualche scuola di teatro, che sarà ben felice di venire con un piccolissimo compenso o magari gratuitamente. Altra cosa, dalla sua lettera capisco che non le è permesso vendere i libri nelle scuola durante l’incontro. Allora bisogna che studi forme diverse di promozione che le permettano di recuperare almeno parte delle spese da sostenere per ogni iniziativa. Per quanto ci riguarda, le letture animate le organizziamo all’interno della libreria invitando le stesse scuole (tra ottobre e novembre abbiamo accolto oltre 40 classi delle scuola elementari e medie del territorio orvietano e la stessa iniziativa a Formia ha portato in libreria oltre 2500 bambini) con un progetto ad-hoc. E’ chiaro che se la sua libreria è di piccole dimensioni questo è più difficile Inoltre organizziamo alcuni mercatini all’interno delle scuole (attorno a Pasqua e una decina di giorni prima di Natale) vendendo i libri a prezzo pieno e poi facendo omaggio alla Biblioteca d’Istituto di u cero numero di volumi per un importo pari al 15% di quelli venduti.
Sono solo alcuni esempi per dimostrarle che ci sono modi per promuovere la lettura che permettono di abbattere notevolmente i costi, al fine di non penalizzare eccessivamente la libreria
Prima di salutarla le ribadisco la mia opinione sul fatto che quella di pagare gli scrittori è una pratica che va assolutamente evitata proprio perchè esistono forme alternative altrettanto gratificanti per convincerli ad una trasferta in libreria. Le suggerisco quindi di invitare solo quegli scrittori che non chiedono compensi economici, anche per evitare il rischio del passaparola tra gli stessi scrittori, che la porterebbe a dover soggiacere a questa regola ogni volta che invita qualcuno.
Il budget di spesa di ogni libreria è fin troppo tirato anche senza questi costi aggiuntivi e credo che nessuna libreria, comprese quelle che fanno capo alle grandi catene, potrebbe permettersi di organizzare dei cicli di incontri con gli scrittori se dovesse anche pagarli, con il rischio concreto di far 'saltare' il proprio conto economico.
Cordiali saluti e buon lavoro
Riccardo Campino Scuola Librai Italiani
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